L’Anziano prima
L’anziano prima: perché questa definizione? Come è stato recentemente risottolineato il paziente anziano, soprattutto se ultraottantenne deve essere trattato nonchè osservato con estrema razionalità dove ad esempio, i limiti della pressione arteriosa devono essere più elevati (PA 150/80 mmHg). L’ipertensione arteriosa è non solo il principale fattore di rischio cardiovascolare ma anche tra le patologie con il minor grado di successo nei termini di raggiungimento degli obiettivi prefissati. Infatti dati pubblicati dal nostro gruppo (studio SILVIA, ForLife, PAMELA) hanno evidenziato che nel nostro Paese solo il 15-20% hanno valori di pressione considerabili nella norma e si sta osservando un progressivo aumento degli eventi cerebro e cardiovascolari ad essa correlati. In particolare è l’ipertensione sistolica quella più difficile da controllare che oltretutto meglio si correla con gli eventi e questa è sempre più presente negli anziani, popolazione in costante aumento. Peraltro non possiamo limitarci a controllare la pressione arteriosa ma dobbiamo considerare i nostri pazienti secondo il “rischio cardiovascolare globale” comprendente quindi anche non solo i fattori di rischio ma anche le patologie associate.
Quest’anno inoltre tratteremo di un nuovo argomento di pratica quotidiana quale è la possibile correlazione tra acufeni e malattie cardiovascolari
Solo un corretto e ampio inquadramento consentirà di “curare” in modo appropriato i nostri pazienti.