Dettagli dell’evento

Data evento: 15 Giugno 2019
Indirizzo: Hotel In Sylvis - Sesto al Reghena (PN)
Project leader:
Crediti ECM: 7
ECM ID: 181-258049
Professione: Medico chirurgo
Discipline: Medicina generale (Medici di famiglia), Allergologia ed immunologia clinica, Malattie dell'apparato respiratorio, Cardiologia, Nefrologia, Medicina interna, Geriatria, Malattie metaboliche e diabetologia, Continuità assistenziale

Il management del paziente con iperuricemia in real life

Secondo i più recenti studi, l’iperuricemia è legata a doppio filo con un incremento del rischio cardiovascolare, che si impenna se si supera il livello di 6 milligrammi per decilitro: per ciascun milligrammo di acido urico in più aumenta fino al 26% il rischio di gravi problemi cardiovascolari e cresce del 22% il pericolo di ictus, soprattutto nei pazienti che presentano altri fattori di rischio come diabete o colesterolo elevato. L’osservazione che il rilievo di iperuricemia è comune nei soggetti con pre-ipertensione e precede la comparsa di ipertensione suggerisce una possibile causalità del rapporto, che trova conferma nella maggior frequenza di iperuricemia nell’ipertensione essenziale. Purtroppo l’acido urico, finora poco considerato, è noto solo a chi soffre di gotta e come causa principale di questa malattia- sebbene le stime parlino di circa 13 milioni di italiani con l’uricemia “alterata”- la maggior parte non lo sa perché pochi la controllano, pochissimi di routine. Occorre quindi sviluppare una maggior consapevolezza nei confronti di questo nuovo nemico del cuore.

I meccanismi del danno da acido urico sono molteplici e complessi, i cristalli di urato che si depositano sulla parete dei vasi aumentano la possibilità di formazione della “placca” aterosclerotica, a cui contribuiscono anche i processi di sintesi dell’acido urico portando alla formazione di una grossa quantità di sostanze ossidanti che alterano l’endotelio della parete dei vasi rendendoli più suscettibili alla comparsa di aterosclerosi.

I danni dell’iperuricemia sono particolarmente evidenti nei pazienti che possiedono uno o più fattori di rischio cardiovascolare, nei quali risulta ancora più importante la conoscenza dei livelli di uricemia che possono risultare “fuori soglia”. Un parametro numerico non va considerato da solo in quanto tale, ma valutato nell’ambito della condizione del singolo soggetto e delle sue caratteristiche per capire se i livelli elevati di acido urico sono una minaccia reale o vanno soltanto monitorati.

Durante il Corso verranno prese in esame tutte le condizioni in cui l’acido urico gioca un ruolo importante quale fattore di rischio cardiovascolare e le opzioni terapeutiche oggi a disposizione per ridurre i livelli di acido urico. Verrà infine affrontata la gestione di pazienti affetti da iperuricemia con patologie cardiovascolari e metaboliche concomitanti per contestualizzare il percorso formativo in un ambito simile alla “Real Life”.


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