Quanto è stabile la malattia coronarica stabile? (Servirà una bussola, per non perdersi per strada?)
Da anni, ormai, sappiamo che la malattia coronarica cronica, che pur chiamiamo ‘stabile’, ha improvvisi risvegli, purtroppo anche tragici. La percezione che abbiamo noi medici, e i pazienti ancor più di noi, contrasta con la realtà, che vede il futuro del paziente con una malattia coronarica cosiddetta stabile ancora troppo ricco di eventi ischemici. La rilettura del problema è pertanto necessaria, ed è volta a identificare i pazienti a maggior rischio di soffrire di tali complicanze, per donare loro quanto le recenti acquisizioni in termini di terapia ci offrono. Durante le due giornate di lavoro, si indagheranno soprattutto le nuove terapie antitrombotiche, capaci di controllare la risposta coagulativa alle instabilizzazioni di placca, tanto improvvise, quanto prevedibili.
Si riuniranno, in un incontro molto dialogato, i migliori esperti nazionali dell’argomento, sia clinici delle varie specialità (cardiologi, internisti, lipidologi, ematologi, esperti di diagnostica coronarica invasiva e non invasiva, redattori di linee guida sull’argomento) sia ricercatori di base, nell’intento di disegnare un percorso comune, dove la appropriatezza prescrittiva vorrà tradursi nel miglior controllo possibile dell’evoluzione della malattia.