Progetto Oltre Territorio 2.0. Il trattamento del LDL-C nel post MI: il futuro è adesso…
Le malattie cardiovascolari (CVD), di cui quelle aterosclerotiche costituiscono la componente principale, rappresentano la prima causa di morte nel nostro paese (responsabili del 44% di tutti i decessi) e, in tutta Europa, sono responsabile di oltre 4 milioni di morti l’anno. Recentemente sono state pubblicate le linee guida 2019 della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea per l’Aterosclerosi (EAS) per la gestione delle dislipidemie, un documento molto atteso dalla comunità medica che segna un importante momento di aggiornamento per la pratica clinica relativamente alla gestione del rischio cardiovascolare in prevenzione primaria e secondaria.
Uno dei principali messaggi emergenti da questa nuova edizione delle Linee Guida ESC/EAS è quello che per prevenire le malattie cardiovascolari, specialmente nei pazienti ad alto e altissimo rischio, i livelli di colesterolo delle lipoproteine a bassa densità (LDL) debbano essere ridotti il più possibile. Le Linee Guida mirano a garantire che i farmaci
disponibili per il trattamento di questi pazienti (statine, ezetimibe, inibitori del PCSK9) vengano utilizzati in maniera intensiva con l’obiettivo di abbassare il C-LDL al disotto di un livello target (indipendentemente dal livello basale) e con una riduzione relativa minima del almeno del 50%. Uno degli studi che ha avvalorato la teoria “the lower the better”, in riferimento al livelli di C-LDL, è stato lo studio FOURIER che, condotto su un’ampia popolazione di pazienti (n = 27.756) con malattie cardiovascolari aterosclerotiche, in terapia con statine e con livelli di C-LDL ≥ 1,8 mmol/L (70 mg/dL), ha mostrato come l’aggiunta al trattamento di evolocumab abbia ridotto in maniera significativa il rischio composito di: morte CVD, infarto del miocardio, ictus, ospedalizzazione per angina instabile o rivascolarizzazione coronarica.
In questo contesto il corso ECM “Il trattamento del LDL-C nel post MI: il futuro è adesso…” si propone di aggiornare medici e farmacisti sulle ultime novità in termini di gestione clinica dei pazienti ad alto rischio cardiovascolare in modo da uniformare e migliorare il percorso di screening, trattamento, follow up e, conseguentemente, gli outcome ottenibili dai pazienti.