L’aderenza terapeutica tra ospedale e territorio
L’ipertensione arteriosa è non solo il principale fattore di rischio cardiovascolare ma anche tra le patologie con il minor grado di successo nei termini di raggiungimento degli obiettivi prefissati. Infatti, dati pubblicati dal nostro gruppo (studio SILVIA, ForLife, PAMELA) hanno evidenziato che nel nostro Paese tra i pazienti ipertesi trattati solo il 50% hanno valori di pressione considerabili nella norma e si sta infatti osservando un progressivo aumento degli eventi cerebro e cardiovascolari ad essa correlati. In particolare, è l’ipertensione sistolica quella più difficile da controllare che oltretutto meglio si correla con gli eventi e questa è sempre più presente negli anziani, popolazione in costante aumento. Peraltro, non possiamo limitarci a controllare la pressione arteriosa ma dobbiamo considerare i nostri pazienti secondo il “rischio cardiovascolare globale” comprendente quindi anche non solo i fattori di rischio ma anche le patologie associate.
Le LG 2018 hanno oltremodo enfatizzato l’importanza di iniziare da subito con una terapia di associazione (meglio se prefissata) al fine di evitare l’inerzia terapeutica e migliorare la compliance dei nostri pazienti.
Altro argomento trattato sarà quello riguardante la fibrillazione atriale, patologia sempre più diffusa nel nostro Pese, le novità terapeutiche e l’importanza di un trattamento slow-release.
Solo un corretto e ampio inquadramento consentirà di “curare” in modo appropriato i nostri pazienti.