Il virus “it’s here to stay”, l’organizzazione della cardiologia durante la fase acuta, l’organizzazione della cardiologia dopo la fase acuta e post acuta
I concetti fisiopatologici alla base della cardiopatia ischemica cronica intesa come tutto ciò che non è sindrome coronarica acuta- hanno subito profondi ripensamenti negli ultimi mesi, tanto da configurare nuovi paradigmi sull’epidemiologia e sulle strategie diagnostiche. Questa evoluzione interpretativa è stata ben espressa nelle Linee Guida ESC 2019 (doi:10.1093/eurheartj/ehz425) che peraltro sono ampiamente manchevoli sugli aspetti correlati al trattamento.
Relativamente appunto al trattamento invece è stato comunicato e quindi pubblicato il trial ISCHEMIA (DOI: 10.1056/NEJMoa1915922) che consente di riconsiderare in chiave attuale (in Pz con possibilità trattamento antiaggregante aggressivo e stent di nuova generazione) le strategie di trattamento medico vs. invasivo.
Questi aspetti, che vanno dalla fisiopatologia al trattamento terapeutico non hanno ricevuto la considerazione più opportuna, vuoi forse per l’argomento erroneamente percepito come agée, vuoi soprattutto per gli sconvolgimenti dovuti alla diffusione di COVID-19.
In realtà, COVID-19 ha avuto un impatto straordinario anche sul fenotipo del Pz cardiopatico e sull’epidemiologia della malattia. Quindi sindrome coronarica cronica e COVID-19 possono essere temi sinergistici dal punto di vista comunicativo se coniugati in un contenitore che sviluppi gli aspetti innovativi in modo integrato.