Diabetes crosstalk. Trattare il Rischio di Complicanze del Diabete e non il solo Diabete
Il progressivo aumento dell’incidenza di diabete mellito, l’innalzamento della vita media della popolazione e la progressiva urbanizzazione che si accompagna spesso a stili di vita sempre più sedentari e abitudini alimentari non corrette sono alcune delle concause che hanno portato ad un aumento esponenziale del numero di pazienti con diabete: si parla infatti di vera e propria “pandemia del diabete” e, purtroppo, è una tendenza in crescita. Il diabete è una patologia cronica progressiva multiorgano e tali sono anche le complicanze (a carico per es. dell’apparato cardiovascolare, di occhi, reni, sistema nervoso centrale e periferico).
Complicanze che, soprattutto nel diabete mellito tipo 2, spesso sono già presenti alla diagnosi. La diagnosi di diabete tipo 2 infatti è preceduta mediamente da una fase della durata di circa 7 anni nella quale la malattia è silente, ma il rischio cardiovascolare è già comparabile a quello del diabete noto. Di fatto le malattie cardiovascolari sono la causa principale di mortalità e di morbilità dei soggetti diabetici, con conseguente aumento dei costi diretti e indiretti del diabete. Rispetto alla popolazione generale, le patologie acute e croniche compaiono più spesso nelle persone con diabete, con quadri clinici all’esordio più severi. Rispetto alla popolazione non diabetica, i soggetti diabetici hanno una mortalità ed una morbosità 2-3 volte più elevata ed una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 6-8 anni.
È importante sottolineare che i risultati più importanti, in termini di riduzione della mortalità totale, della mortalità cardiovascolare e degli eventi cardiovascolari (oltre il 50%) si sono ottenuti con un intervento intensivo teso all’ottimizzazione di tutti i fattori di rischio cardiovascolare. A queste evidenze va aggiunto che recenti trials con farmaci innovativi come SGLT-2 inibitori e GLP-1r agonisti riportano un’azione diretta su mortalità ed eventi micro- e macrovascolari, in casistiche di soggetti con precedenti cardiovascolari o con molteplici fattori di rischio, non spiegabile con il solo controllo dei fattori di rischio classici, ma probabilmente attribuibile ad altri fattori non ancora del tutto noti.
Avendo il diabete un impatto su esiti non solo di natura medico-clinica, ma anche sociale ed economico-sanitaria, diventa quindi fondamentale che ogni operatore sanitario che ruoti intorno al “pianeta” diabete dialoghi e metta in atto strategie di gestione innovative e un approccio coordinato, organizzato e sistematico. Affinché ciò avvenga è necessario creare opportunità di confronto ed un continuo aggiornamento sulla gestione della patologia e le nuove opzioni terapeutiche alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.