Il Tromboembolismo venoso nell’era del COVID-19
Il tromboembolismo venoso (TEV) è una malattia di particolare rilevanza clinica. Ogni anno si verificano circa 100 nuovi casi di trombosi venose ogni 100.000 persone. Circa due terzi si manifestano come TVP, mentre un terzo è rappresentato da embolie polmonari associate o meno a trombosi venose.
Questo numero aumento esponenzialmente con l’età, da un’incidenza di 5 casi ogni 100.000/anno nei ragazzi sotto i 15 anni a valori di 500/600 casi/100.000 anno nelle persone con più di 80 anni. L’età critica sono i 60 anni di età quando si osserva un’impennata dell’incidenza. Circa il 6% dei pazienti con TVP e il 10% dei pazienti con embolia polmonare muore entro un mese dall’evento.
La terapia anticoagulante costituisce il trattamento cardine per la prevenzione e cura delle malattie trombo-emboliche il cui impegno è supportato da continue evidenze scientifiche provenienti dai trials clinici e dal mondo reale.
In questo contesto in continuo aggiornamento, anche in considerazione dell’attuale emergenza sanitaria COVID-19, si rende quindi necessario un confronto aperto tra gli specialisti del settore, per individuare l’approccio terapeutico più appropriato in base alle evidenze scientifiche più recenti.