BPCO e Asma
Sono trascorsi quasi 25 anni dalla prima pubblicazione delle linee Guida Internazionali GINA sull’asma bronchiale dove l’obiettivo primario era il raggiungimento ottimale del controllo della malattia. Ad oggi, nonostante le indicazioni fornite alla classe medica, molti pazienti risultano scarsamente controllati.
Questo conduce alla persistenza dei sintomi, all’insorgenza di frequenti riacutizzazioni spesso accompagnate dall’ospedalizzazione, con un importante onere economico e sociale considerando il costo totale della malattia e le giornate lavorative e scolastiche perse, costo che aumenta mano a mano che peggiora il controllo. I motivi vanno ricercati in una scarsa conoscenza della malattia asmatica correlata ad una informazione limitata perchè molti pazienti non sanno di avere una infiammazione cronica e, anche in caso affermativo, non vogliono impiegare per lunghi periodi corticosteroidi inalatori a dosaggi medio-alti per la preoccupazione di eventi indesiderati (corticofobia). Preferiscono, piuttosto, ricorrere ai broncodilatatori short acting che risolvono rapidamente i sintomi. Essi ignorano, però, che quotidianamente sono sottoposti a stimoli flogogeni (virosi respiratorie, allergeni, agenti inquinanti) che incrementano il loro stato infiammatorio a livello bronchiale per cui sarebbe auspicabile effettuare una terapia regolare che, oltre a correggere sintomi, eviti soprattutto quelle alterazioni patomorfologiche che caratterizzano il rimodellamento strutturale delle vie bronchiali e che conducono alla cronicità dell’asma.
Un altro punto cruciale è la scarsa conoscenza da parte del paziente dell’importanza del ruolo dei dispositivi che erogano i farmaci, sia per mancanza di insegnamento da parte del sanitario della corretta manovra inalatoria, sia perché spesso davanti ad un insuccesso terapeutico invece di indagarne i motivi si esegue un change del device senza tener presente che ogni erogatore ha le sue istruzione di tecnica di esecuzione il cui non rispetto implica una assenza di trattamento per il paziente che pur rimane convinto di aver eseguito la terapia.
Queste problematiche si riscontrano anche nell’altra patologia trattata durante questo corso: la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). Questa malattia, caratterizzata da una persistente e progressiva limitazione al flusso aereo in espirazione, la cui prevalenza in costante aumento, è una delle principali cause di morbilità e mortalità che necessita di urgenti misure rivolte sia a ridurre i fattori di rischio sia ad ottimizzarne la gestione clinico-terapeutica.
Tale patologia, infatti, risulta sottostimata, perché i pazienti ne ignorano il termine e la gravità dei sintomi, e diagnosticata tardivamente quando la dispnea e la ridotta tolleranza all’esercizio fisico alterano la qualità di vita.
Allo stato attuale, l’obiettivo di tutte le Società Scientifiche rimane puntato su tre punti chiave:
• diagnosi precoce
• trattamento farmacologico regolare con la terapia più appropriata, con particolare attenzione alla doppia triplice terapia
• aderenza alla terapia, educando il paziente sulla gravità della BPCO, sulle riacutizzazioni che costellano la sua storia naturale e sulle possibili comorbilità che accompagnano la sua progressione.
Aumentare la consapevolezza la BPCO costituisce un problema di salute pubblica rappresenta l’obiettivo di questo corso e il raggiungimento degli outcomes, se auspicato da tutti gli operatori sanitari, servirà a migliorare la qualità di vita e a prolungare la sopravvivenza dei nostri broncopneumopatici cronici.